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La Mamoynia – La Mamoynia

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La Mamoynia - La Mamoynia

Per cominciare a entrare nel mondo dei La Mamoynia non c’è bisogno di inserire il cd sul lettore.
La Mamoynia (il termine è greco, si pronuncia /la mamugna/) è un progetto artistico complesso che coinvolge più di una musa: pittura, fotografia e arti figurative in genere accompagnano la musica di questo gruppo.
La copertina del disco fa immediatamente capire che stiamo per entrare in un mondo particolare, lontano dalle consuete (e semplicistiche) classificazioni dentro alle quali troppo spesso ci rifugiamo quando parliamo di musica.
Una figura (una donna?) si muove dietro a un lenzuolo che immaginiamo estendersi all’infinito oltre i limiti della cover. È sottile e chiaro, ma sufficiente a celarci il mondo che si agita dietro di esso, del quale percepiamo solo ombre. La figura che stiamo osservando sembra cercare un passaggio attraverso questa barriera, o forse è spaventata da quello che lei vede oltre la barriera, chissà.
Il retro del disco presenta, nello stesso allucinato e rigoroso bianco e nero che domina tutta la grafica, un altro flash di questo incubo: stavolta attraverso il lenzuolo intravediamo il corpo sinuoso della donna-fantasma. A completare la grafica, quasi come didascalia, ecco il nome/logo del gruppo. Sobrio, tagliente, richiama l’Art Nouveau austriaca e il Bauhaus.
Mi sono soffermato sulla grafica per il semplice motivo che rende alla perfezione, visivamente, la musica dei La Mamoynia. Se siete affascinati o anche solo incuriositi da essa, vale la pena che continuiate la lettura di questa recensione e magari che ascoltiate l’album.
La Mamoynia è un gruppo formato da quattro ragazzi di Pontevico, al quale nel 2000 si affianca il cantante greco Dimitris Triantafyllou, che è anche l’autore di tutti i testi.
Questo spiega perché, oltre a testi scritti in inglese (lingua d’obbligo per un gruppo con ambizioni “europee”), si trovino testi in greco. Sul retro del cd i titoli delle canzoni greche sono indicati in caratteri latini e secondo la pronuncia; ad esempio scopriamo che H Anoixh Aemoragei (il brano che trovate su Cremonapalloza) si pronuncia /i anixi emoraghi/. Il libretto, invece, riporta tutti i testi nel formato originale, siano essi inglesi o greci, ma per i titoli greci è indicata anche la traduzione in un più diffuso inglese; è così che scopriamo che H Anoixh Aemoragei significa The Spring Is Bleeding, cioè La primavera sanguina. Non si può certo essere sorpresi da un titolo del genere, dopo quanto detto sullo stile di questo gruppo.
Decadence, il pezzo di apertura del disco, inizia con un’ipnotica spirale di suoni elettronici e bassi; infatti nel gruppo ci sono due bassisti, oltre a chitarrista e batterista, e tutti i componenti si occupano del programming, cioè della creazione di suoni attraverso computer, sintetizzatori e quant’altro.
L’effetto iniziale è spiazzante, personalmente mi ricorda il Vangelis di Blade Runner, e non credo sia un caso.
In There Is Only Vanity è più evidente l’uso della chitarra, mentre la voce di Dimitri si fa sempre più impersonale e artificiale a mano a mano che si procede con il disco. Ecco il primo pezzo greco: To Lykinisma (Oscillation), nel quale la voce è distorta e resa metallica.
Walk In The Silence pulsa come il cuore di un uomo in fuga, attraverso atmosfere elektro dark wave si fa strada il lamento dell’uomo solo, senza sogni, speranze.
Buio, silenzio, ghiaccio, lacrime, veleno sono le parole chiave per entrare nel mondo dei La Mamoynia: il sole, quando c’è, brucia, e l’amore è una trappola che genera incubi e dolore, come in Now The Rain Will Fall.
I suoni di Ta Macheria Mou (My Knives) e di H Anoixh Aemoragei richiamano i Kraftwerk, mentre Ola Gri (All Grey) sembra scritta dai Cure sopravvissuti all’olocausto nucleare.
Il succo del progetto è in queste otto canzoni, ma il disco non è finito: c’è tempo per Ricky’s Hand, unico pezzo non originale La Mamoynia, ma scritto da Fad Gadget, e per una seconda H Anoixh Aemoragei, ancor più minimale, forse in realtà la prima versione del pezzo.
I La Mamoynia sono un gruppo di sperimentazione, la cui principale ispirazione può essere ricondotta agli Einstürzende Neubauten per l’idea geometrica e asettica del mondo musicale che vogliono creare. Rischiano di “scottare” un ascoltatore incauto, ma la loro integrità (in altri tempi avrei detto integralismo) è premiata da un seguito e un interesse che esce dai confini nazionali e ha permesso loro di farsi conoscere in Germania, Polonia, Grecia, Svizzera e anche negli Stati Uniti, dove i loro brani sono remixati da dj che cercano una musica più coraggiosa da proporre al loro pubblico.

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